giovedì 6 febbraio 2020

Letture impossibili



Geo-grafie.

A volte mi domando se tu continui a viaggiare in ogni direzione, misurando le soste e calcolando le linee dei tragitti. 
Mi  capita spesso, quando mi fermo all’aperto, lungo la statale. Specialmente nelle serate in cui, come oggi, resto in piedi a fianco all’auto e alzo il mento per sentire meglio il vento forte, che pare spingermi da ogni parte.
Come se con la forza incontenibile delle sue raffiche, cercasse, furente, di trovare l’ultima direzione in cui tu sia passata.



Analisi il-logica

Misuro i sentimenti, posando il metro di tela gialla lungo la linea che disegna luoghi immaginati da tutti e conosciuti da nessuno. 
Come un sarto, giro delicatamente attorno alle curve, senza tendere nè stirare. Segno con la vecchia matita, di cui bagno il carbone con la punta della lingua, perché la saliva faccia scorrere meglio mentre scrivo i numeri e faccio le somme prima di moltiplicare lati e angoli. 
Poi mi fermo a guardare. Perché la passione a volte può avere  la forma di uno spazio di asfalto. La somma delle basi e il prodotto diviso per due.


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